Morte di Stefano Cucchi, un carabiniere ammette il pestaggio
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Svolta nel caso Cucchi, la confessione: spinte e calci, un’azione combinata

Stefano Cucchi

Caso Cucchi, c’è la confessione di uno dei carabinieri imputati: chiamati in causa altri due colleghi. Si tratta della prima ammissione dall’inizio del processo.

Nuova svolta nel caso Cucchi dopo che un carabiniere, imputato per la morte del trentunenne, ha ammesso il pestaggio chiamando in causa due suoi colleghi, anche loro tra gli imputati. Quella di Francesco Tedesco, il militare che ha confessato, è la prima ammissione del pestaggio.

La confessione di uno dei carabinieri imputati

Al momento a processo ci sono cinque carabinieri imputati. Il pm Giovanni Musarò ha fatto sapere che le indagini avrebbero avuto una svolta dopo le accuse di uno dei militari, il quale ha ammesso che il ragazzo è stato picchiato e ha chiamato in causa due colleghi per il pestaggio del giovane morto a Roma nel 2009.

Il pm ha reso noto che Tedesco ha sporto una denuncia in procura ed è stato interrogato per provare a ricostruire le ultime ore di Stefano Cucchi. “Tedesco ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio – ha rivelato il pm come riportato da SkyNicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto“.

Emergono dettagli anche sulla deposizione di Tedesco durante gli interrogatori. “Fu un’azione combinata – recita il verbale come riportato da Sky –. Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fece perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore. Spinsi Di Bernardo ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra”.

Stefano Cucchi
Fonte foto: https://www.facebook.com/AssociazioneStefanoCucchiOnlus
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Caso Cucchi: la prima confessione dall’inizio del processo sulla morte del geometra romano

La confessione del carabiniere è la prima dall’inizio del processo per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo morto in prigione dopo che era stato arrestato. Sul corpo del giovane erano evidenti i segni delle percosse e le foto scattate dai familiari hanno presto fatto il giro della rete creando indignazione e sollevando un polverone mediatico che ha investito le forze dell’ordine.

Stefano Cucchi era stato arrestato il 15 ottobre 2009 a Roma dopo essere stato trovato in possesso di hashish e cocaina. Sarebbe morto sette giorni dopo il suo arresto.

Processo Cucchi bis
Fonte foto: https://www.facebook.com/OstiaAntifascista/?

La versione dell’accusa: Stefano Cucchi brutalmente picchiato da tre carabinieri

Secondo l’accusa, i carabinieri avrebbero picchiato Stefano che avrebbe opposto resistenza rifiutando di farsi perquisire e di sottoporsi agli scatti per le foto-segnaletiche. A quel punto i militari avrebbero violentemente picchiato il giovane prendendolo a calci e a pugni e facendolo cadere a terra provocando delle ferite gravi.

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ultimo aggiornamento: 12 Ottobre 2018 12:15

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